Il lattosio è lo zucchero del latte vaccino che nell’intestino si divide in glucosio e galattosio. La scissione avviene grazie all’enzima della lattasi, che negli intolleranti manca e crea tutti quei fastidiosi effetti collaterali che vanno dal semplice gonfiore addominale a veri e propri crampi con nausea e vertigini.
Essere intolleranti al lattosio non significa però necessariamente dire addio per sempre al tutto ciò che è, deriva o contiene latte vaccino.
Dopo una prima fase di dieta ferrea, dove oltre ai più ovvi latte e latticini, vanno anche esclusi categoricamente tutte le preparazioni che lo contengono (anche in piccolissima parte), si può tornare a mangiare latte e formaggi con le dovute cautele.
Ad esempio la mozzarella di bufala, il burro chiarificato, il grana padano e i formaggi molto stagionati contengono una piccolissima percentuale di lattosio (a volte addirittura non lo contengono).
Personalmente non ho potuto fare questo passaggio immediatamente, dato che la mia intolleranza al lattosio andava a braccetto con quella alle proteine del latte. Se un alimento contiene latte vaccino c’è un altissima probabilità che per un motivo (lattosio) o per l’altro (proteine del latte) un bel mal di pancia non me lo toglie nessuno.
Dopo 3 anni di dieta – rigidissima all’inizio, più umana poi – posso dirvi con tutta sincerità che ogni tanto lo sgarro mi capita, magari per occasioni speciali o quando mi trovo davanti a qualcosa che non posso non mangiare ( 9 su 10 stiamo parlando di un dolce, ça va sans dire ). Di regola evito di mangiare tutto ciò che contenga latte vaccino, e devo dire che il mondo vegano in questo mi offre grandi spunti, considerato che oltre a non consumare latticini non vado particolarmente matta per la carne.
Quando mi è stata diagnosticata l’intolleranza ero appena tornata da una settimana a Parigi, dove burro e formaggi scorrono a fiumi ( e io mi ci ero letteralmente tuffata). Sconforto, dramma, terrore.. come potevo vivere senza pizza (inizialmente ero conciata malino, e oltre al lattosio ero risultata intollerante a lievito e pomodoro, fortunatamente rientrati dopo pochi mesi di dieta), al burro e al latte la mattina. Ma piano piano mi sono abituata, il fatto di non avere più crampi e stanchezza cronica aiutava a mantenere la retta via e col tempo la lettura di ogni singola etichetta al supermercato è diventata routine, ho imparato che il latte si nasconde anche dove meno te lo aspetti e che molte cose è molto più semplice farsele da se [i dolci ad esempio ;)].
Con cosa ho sostituito latte e latticini?
Per quanto riguarda il latte, dopo aver provato molti dei latti vegetali in commercio (mandorla, riso, soia, avena, nocciole, cocco) i miei preferiti rimangono il latte di soia e quello di mandorle (marca Alpro). Ho provato molti brand,e questo è quello che si avvicina di più ai miei gusti visto che il latte di soia non sa tremendamente di fagiolo (come succede con altri) e quello di mandorla ha un retrogusto tostato buonissimo. Unica pecca è la nota dolciastra del latte di soia, che lo rende inutilizzabile nelle preparazioni salate. Per besciamelle&co mi affido al latte di soia biologico della marca coop.
I latticini sono un capitolo chiuso per me. Ho provato surrogati come tofu, formaggi di riso e similari, ma sinceramente preferisco farne a meno piuttosto che ripiegare su questi prodotti. Ho imparato a mangiare ( e apprezzare) la pizza senza mozzarella, il gelato senza latte e a fare colazione con un ottimo cappuccino di soia con cannella.
Per quanto riguarda la sostituzione del burro nei dolci vi rimando ad un mio post di qualche tempo fa, dove vi spiego come ho risolto il problema.
Discalimer
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